Il più bel ricordo del 2020

Vendemmia 2020, un racconto personale

 

Ancora un ultimo sguardo al 2020. Un anno così difficile e pieno di incertezze; un anno che avevo iniziato con grande entusiasmo pensando alle mille cose che avrei voluto fare e i mille progetti da realizzare, e che invece ho dovuto riporre in un cassetto in attesa di tempi migliori.

C’è però una cosa per la quale mi sento di ringraziarlo, ed è la vendemmia 2020

Non tanto per il raccolto, che pure devo dire è stato ottimo, quanto perché negli anni “normali” il lavoro mi ha sempre portata a non viverla a pieno, tra impegni, degustazioni e viaggi.

 

Per questo mi piace pensare al 2020 come ad un anno che mi ha insegnato molto. Mi ha portato a delle ri-scoperte, a rallentare il ritmo, mi ha permesso di avere più tempo a disposizione per fare quelle cose che ho sempre vissuto a metà, mi ha concesso di vivere la vendemmia nella suo quotidianità, di osservare gli occhi attenti ed esperti di mio padre ed il carattere da condottiera di mia madre.

 

Penso che molto di quello che racchiude una bottiglia di vino, soprattutto in una piccola cantina artigianale come la nostra, sia immateriale: ci sono le sensazioni, i sogni, le speranze, i momenti vissuti. Come quelli della vendemmia 2020 che vorrei condividere con chi mi legge, prima di riporli come ricordi in un bel cassetto della mia memoria.

Tolti i tacchi, indossati gli stivali

 

Queste righe racconteranno molto di me, della mia famiglia, del nostro modo di intendere la viticoltura. 

Il nostro è un mestiere artigiano, dove la conoscenza, la preparazione, l’innovazione non bastano se non c’è passione, memoria, un sodalizio profondo con la terra.

La vendemmia 2020 mi ha fatto sentire completamente parte di qualcosa di grande: il primo passo che porta alla realizzazione del vino.

 

Faccio fatica a trovare qualcosa di negativo nei giorni passati a vendemmiare, anche la fatica aveva un sapore piacevole, quello della soddisfazione e della condivisione. Togliere i tacchi la mattina e calzare gli stivali di gomma, vedere i guanti sporchi alla fine della giornata, avere i capelli fuori posto, ho provato una grande sensazione di libertà che solo il vivo contatto con la natura ti può regalare.

 

Coinvolgente è stato ascoltare mio padre Angelo dare le istruzioni a tutti a prima mattina. Difficile da credere, ma lui conosce le sue vigne così bene da essere in grado di indicare da quale appezzamento, filare, palo precisamente iniziare la raccolta!

 

Ogni mattina il nostro viaggio iniziava con un meraviglioso stupore: uve succose, acini belli e sani, pieni di vita! 

Una raccolta gentile la nostra, a mano, per evitare di sciupare la meraviglia che la Natura ci aveva concesso: per chi come noi il vino lo fa in vigna, questo è un momento fondamentale.

 

Particolarmente emozionante, in questa vendemmia 2020, è stata la raccolta del macerato: da queste uve nasceranno le nuove bottiglie di Evelyn. Ed è sempre una trepidante attesa, dai primi assaggi fino all’imbottigliamento.

Ognuno dei nostri vini ha una sua storia ed una sua anima, ma ammetto che all’Evelyn sono particolarmente legata, non solo perché porta il mio nome, è un vino in cui ho fortemente creduto e penso mi somigli molto. Siamo alla “sua” quarta vendemmia e ci sta dando grosse soddisfazioni: chissà come sarà quello prodotto da queste uve!

 

Dopo la raccolta, veniva un altro passaggio importante, quello della lavorazione delle uve che da noi si fa nel più breve tempo possibile successivo alla raccolta. Appena le cassettine erano piene via, si trascinavano su per la vigna fino in cantina dove, sotto l’occhio attento di papà, le scaricavamo nella tramoggia. Da qui, nella pressa dalla quale si ottiene il mosto. 

 

Alla fine di ogni giornata, la stanchezza era sempre mitigata dalla bellezza di veder nascere a nuova vita i nostri futuri vini.

 

Vendemmia 2020, le mie emozioni

 

Sorrisi, aneddoti, condivisione, passione, conoscenza, attesa, responsabilità, curiosità, meraviglia. Sono le parole che mi vengono in mente se penso alla stagione della vendemmia 2020. Tra macerato e verdicchio, tra filari e grappoli, cesoie in mano e cassettina a terra ad attendere. Lo sguardo attento di mio padre, che potevi sentirlo scrutare anche se non era lì. La carica infaticabile di mia mamma, vera caposquadra. Tutti i ragazzi pronti ad ascoltare, a scoprire, a dare il proprio contributo.

 

La ricorderò per molto tempo la vendemmia 2020. E, anche se il prossimo anno avrò magari meno tempo per togliere i tacchi e mettermi gli stivali, perché avremo recuperato quella che chiamiamo normalità e sarò presa da mille altri impegni, credo che cercherò di ricavarmi qualche giorno per riprovare queste sensazioni.

 

I vini di questa annata, li sentirò ancora più miei. Ed è una sensazione che spero di aver fatto arrivare fino a voi!

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