Abbinamento cibo/vino, che gran dilemma. Il dubbio su quale sia il vino giusto da accompagnare a un piatto tormenta tutti, soprattutto al ristorante, per questo tendiamo sempre ad andare sul sicuro: bianchi con il pesce e rossi con le carni. Della serie così non sbaglio e non faccio brutta figura.
Proprio quella sull’abbinamento è tra le domande che mi sento maggiormente rivolgere durante le degustazioni: “Con il Verdicchio che piatto ci abbino? E con il macerato?”. Sull'abbinamento non esistono di fatto delle regole che possiamo definire assolute, esistono scuole di pensiero - le principali in europa sono tre: italiana, francese e inglese - con differenti teorie e linee guida, alcune più rigide, altre che lasciano maggior spazio all’interpretazione.
La scuola italiana adotta un metodo sensoriale con vari tipi di approccio nell’abbinamento.
- Abbinamento per tradizione: prevede di abbinare piatti e vini tipici secondo una logica territoriale e la tradizione locale.
- Abbinamento psicologico: si basa sull’occasione, il contesto e la particolare situazione in cui avviene la degustazione, insieme allo stato d’animo che lo accompagna. Classico esempio lo champagne per festeggiare un evento speciale.
- Abbinamento per concordanza o contrapposizione: è l’approccio alla base del metodo usato dall’AIS (Associazione Italiana Sommelier), il Metodo Mercadini, che tiene conto dei quattro sapori fondamentali (dolce, salato, acido e amaro), delle sensazioni legate al cibo (grassezza, tendenza dolce, sapidità, tendenza acida, aromatico, speziato, amarognolo, untuosità, succulenza) e di quelle legate al vino (acidità, sapidità, effervescenza, morbidezza, profumo, aroma, alcool, tannicità).
La scuola francese detta regole più rigide, anche se con le dovute eccezioni.
In tutta onestà, trovo che l’abbinamento sia un fatto personale, avere un minimo di apertura mentale, e una buona dose di curiosità, permettono di approcciarsi alla degustazione in modo meno rigido, sperimentare sulla base delle proprie sensazioni e soprattutto divertirsi senza essere schiavi dei tecnicismi. In questo mi sento molto vicina alla scuola inglese che privilegia il gusto personale e la scelta individuale.
Il vino è emozione, e l’accostamento con un piatto deve amplificare l’esperienza sensoriale senza la paura di sentirsi giudicati, del resto ognuno di noi ha gusti particolari e predisposizioni soggettive. E’ come quando una donna deve scegliere le scarpe da abbinare a un abito da sera, un bel sandalo con il tacco è la scelta più ovvia, ma puoi decidere anche di indossare una sneakers. A molti sembrerà strano, altri invece penseranno che hai una forte personalità e ammireranno il tuo stile e la tua capacità di osare. Altra cosa è il buongusto, del quale tutti dovremmo essere minimamente dotati.
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